1 febbraio 2010

febbre di febbraio

Tornare qui è come essersi addormentati nel proprio letto e svegliarsi quattro mesi dopo con i vestiti e la faccia di un altro che, però - per fortuna - sono sempre io. Negli ultimi tempi sono cambiate le cose che faccio, e mi piace pensare che siano cambiate soprattutto le cose che farò. Sono stato più fuori che dentro la mia stanza. Sono stato fuori ad imparare a guardare, a bussare a qualche porta, ad aprirne qualche altra che nemmeno sapevo fosse dov'era. Sono stato a sperare di non essere costretto a tornare indietro. Sono stato anche a smettere di suonare e riprendere, per poi voler smettere ancora. Sono riuscito, non so ancora bene come, a farmi sopportare. E adesso, nonostante il senso di disorientamento non sia ancora passato e ogni tanto i dubbi e le preoccupazioni vengano a chiedermi come va, io cerco di godermi il buono e il nuovo che c'è, finché c'è. Oggi però... e solo per oggi, in memoria dei vecchi tempi, me ne torno davanti allo specchio a guardare la mia barba crescere.