Ho saputo di Meursault e la cosa, purtroppo, non mi ha lasciato indifferente. Soprattutto perché seguendo i suoi ragionamenti, si rischia di riconoscere qualcosa di molto, troppo familiare. Si può arrivare anche a sospettare di essere come lui.
Un uomo che non piange alla sepoltura della propria madre rischia di essere condannato a morte. Un uomo che non manifesta il proprio rimorso davanti ai giudici, incapace di confessare un'angoscia o un pentimento viene condannato a morte. Un condannato che si rifiuta di ricevere il confessore, di avvicinarsi a Dio rimane comunque condannato a morte.
Ma allora perché non piangere? Perché non manifestare il rimorso e confessare il pentimento? Perché non rifugiarsi nella fede? Semplice: per non mentire.
Tutto questo potrebbe significare che se sei incapace di mentire... muori. O peggio, che se sei capace di mentire... vivi.
Un uomo che non piange alla sepoltura della propria madre rischia di essere condannato a morte. Un uomo che non manifesta il proprio rimorso davanti ai giudici, incapace di confessare un'angoscia o un pentimento viene condannato a morte. Un condannato che si rifiuta di ricevere il confessore, di avvicinarsi a Dio rimane comunque condannato a morte.
Ma allora perché non piangere? Perché non manifestare il rimorso e confessare il pentimento? Perché non rifugiarsi nella fede? Semplice: per non mentire.
Tutto questo potrebbe significare che se sei incapace di mentire... muori. O peggio, che se sei capace di mentire... vivi.
La vita è una scena e noi siamo i primi attori. Siamo bravi a mentire. Siamo bravi a mostrare esattamente il contrario di quello che siamo. Non riuaciamo a mostrare agli altri le nostre debolezze. Viviamo in un mondo in cui siamo continuamente giudicati, ed è per questo che ci rifugiamo dentro una sfera che ci trasforma in esseri duri, cinici, bugiardi e inconsapevoli. Noi esseri umani non riusciamo a piangere, non riusciamo a provare rimorso, non mostriamo pentimento per i nostri errori...ma in sostanza cosa rimane di noi? Cosa rimane di quel pizzico di vita che ci appartiene?
RispondiEliminaConcludo questo mio intervento con una poesia scritta da Evtuchenko.
Non ci sono uomini poco interessanti,
sono i loro destini, storie di pianeti.
Tutto nel singolo destino e singolare
e non c'è un altro pianeta che gli somigli.
Ma se qualcuno è vissuto inosservato
-e di questo si è fatto un amico-
tra gli uomini è stato interessante anche con il suo passare inosservato.
Ognuno ha un mondo misterioso, tutto suo.
In esso c'è l'attimo più bello e l'ora più angosciosa.
Solo che noi non ne sappiamo niente.
Se muore un uomo, con lui muore la sua prima neve, il primo bacio, la sua prima battaglia...
e tutto egli porta via con se.
Restano è vero, libri e ponti, macchine e quadri. E' destino che molto rimanga, eppure qualcosa se ne va lo stesso.
Non muoino uomini ma interi mondi.
Ricordardiamo gli uomini, terrestri e peccatori. Ma in sostanza che ne sapevamo di loro? che ne sappiamo di fratelli e amici? che ne sappiamo del nostro unico amore? e anche di nostro padre, sapendo tutto, noi non sappiamo niente. Gli uomini passano. Ed è impossibile richiamarli in vita. Impossibile risuscitare i loro mondi misteriosi, ma ogni volta desidero ancora...
Gridare...
per questa irrevocabilità.