Ero nel mio letto ieri notte, sguardo fisso sul soffitto, quando mi sono accorto che stavo pensando a te. Poi, pensandoci bene, mi sono accorto che pensavo a te anche prima. Ripensandoci, penso di non aver mai smesso di farlo, solo che quando la casa dorme e si spengono tutti i rumori, è più facile accorgersene. E pensavo al fatto incontestabile che esisti e al fatto relativo che pur esistendo, tu, non ci sei. Non fa niente, non ci sono nemmeno io, ma solo perché, si sa, io ci faccio. Pensavo a un mucchio di cose, quasi tutte sconclusionate e insensate come questa, pensieri leggeri, di passaggio. Poi mi sono messo a pensare alle cose che non possiamo fare adesso.
Ora penso che ho pensato talmente tanto che non ho avuto nemmeno il tempo di dormire. Penso proprio che non si pensi per il gusto di farlo, si pensa perchè siamo condannati a farlo... di continuo, senza possibilità di tregua. Una sorta di contrappasso per il non aver pensato abbastanza? Sto pensando, anche se rispondo "a niente" quando mi chiedi "a cosa stai pensando?". Credimi, lo farei se potessi: penserei a niente almeno per un po', giusto il tempo di un film o di una canzone, o il tempo di dormire.
amico tonio...tu scrivi sempre quello ke io penso..sei davvero un saggio..ricorda la saggezza fine a se stessahaahaaha
RispondiEliminaTanto tempo..
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