Tornare qui è come essersi addormentati nel proprio letto e svegliarsi quattro mesi dopo con i vestiti e la faccia di un altro che, però - per fortuna - sono sempre io. Negli ultimi tempi sono cambiate le cose che faccio, e mi piace pensare che siano cambiate soprattutto le cose che farò. Sono stato più fuori che dentro la mia stanza. Sono stato fuori ad imparare a guardare, a bussare a qualche porta, ad aprirne qualche altra che nemmeno sapevo fosse dov'era. Sono stato a sperare di non essere costretto a tornare indietro. Sono stato anche a smettere di suonare e riprendere, per poi voler smettere ancora. Sono riuscito, non so ancora bene come, a farmi sopportare. E adesso, nonostante il senso di disorientamento non sia ancora passato e ogni tanto i dubbi e le preoccupazioni vengano a chiedermi come va, io cerco di godermi il buono e il nuovo che c'è, finché c'è. Oggi però... e solo per oggi, in memoria dei vecchi tempi, me ne torno davanti allo specchio a guardare la mia barba crescere.
Io non sono una grande scrittrice come te.
RispondiEliminaIl mio commento potrebbe non essere mai all'altezza di quello che hai scritto.
Ho letto a bassa voce quello che hai scritto per non farmi sentire dagli altri, ma per farlo sentire in tutto il mio corpo, dalla testa fino ai piedi. Le tue parole...sono semplici, forti, decise, sensate...sono parole umane...
sublime poesia... non si può commentare dicendo altro... semplicemente sublime poesia...
RispondiEliminaBelle parole!
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